Per Visualizzare i post dell'utente devi esser loggato

Effettua il Log-in o Registrati

Pubblicati da Marco Diana

MRP: The winner is….

Carissimi utenti di Jump in SAP, dopo oltre un anno di “travaglio” (non a caso mi chiamo Marco :D), di riflessioni, di studio e di analisi abbiamo decretato la strategia di pianificazione per SAP Master del futuro. Non è stato semplice perchè trattasi di tematiche complesse con vari ingranaggi da far girare e varie risorse che li dovranno guidare per far scorrere il valore nei flussi, abbiamo cercato di mantenere il Pull System con la consapevolezza di avere dinamiche commerciali da cui non si può prescindere, abbiamo l’ambizione di poter conciliare livelli di magazzino adeguati ad un livello di servizio top che ci è richiesto. L’MRP sarà la più importante e grande novità del nuovo gestionale, abbiamo scelto per iniziare una soluzione standard e che possa garantire valore soprattutto nell’ottica del cliente che rimane il RE 😉
Io, Felice ed Angelica insieme al team Exprivia ed al PM abbiamo studiato molto e siamo fieri di festeggiare il traguardo e condividerlo con voi come si evince dall’entusiasmo della foto.
😉 😉 😉

Finalmente si inizia a fare sul serio!

Scusate il termine un po’ forte ma io inizio a “godere” 😉 Ho aspettato e desiderato da molto tempo questo ERP che da 4 anni non usavo più dalla precedente azienda, lo ritrovo più in forma che mai 🔝💪 Transazioni, viste anagrafica materiale, MRP ecc adesso si inizia davvero a cambiare mentalità e standard di lavoro per portare l’azienda ad un livello più alto ma soprattutto sempre a migliorare se stessa e la nostra soddisfazione a lavoro.

L’ analisi delle prestazioni di un processo: la Legge di Little

La Legge di Little, conosciuta anche come “coda dal dottore”, è stata formulata nel 1961 da John D. C. Little, professore del MIT Sloan School of Management.

La legge di Little pone in relazione il tempo medio necessario ad un utente per attraversare una risorsa ed il numero medio di utenti presenti nella risorsa; formalizza l’idea intuitiva che maggiore è la coda più lungo sarà il tempo di attesa. Un tipico caso si ha quando si va dal dottore e per dare un appuntamento a qualcuno si moltiplica il numero dei pazienti prima del proprio turno per il tempo medio di evasione di ognuno da parte del dottore (5 pazienti per 10 minuti vuol dire che sarò fuori fra un’ora). Questa legge è utilizzata nella gestione degli impianti industriali per stabilire il tempo di attraversamento, il ritmo produttivo o il materiale che è in lavorazione durante il tempo di attraversamento in un sistema produttivo. La legge può essere espressa attraverso questa semplice formula matematica.

I=RXT

R=Flusso unitario medio, numero di transazioni che attraversano il processo nell’unità di tempo

I= Giacenza media, Numero medio di unità all’interno del processo

T=tempo di attraversamento, tempo medio che la giacenza impiega per attraversare il processo

La Legge di Little consente di attuare con facilità interessanti ragionamenti sul processo e sulle sue attività componenti; innanzitutto, diminuendo la giacenza «I» ovvero il work in progress, diminuisco il prodotto R X T per cui, essendo tipicamente imposto il flusso R, diminuisco il lead time dell’operazione. Ecco un primo obiettivo di qualità e di performance, perché riducendo il lead time dell’attività riduco il lead time cumulativo che intercorre dalla ricezione dell’ordine cliente alla sua consegna, aumentando la customer satisfaction e l’efficienza interna. La riduzione del lead time «T» ha come oggetto una proporzionale diminuzione dell’inventory «I», ovvero dell’accumulo di giacenza presso l’attività. Ciò implica anche un beneficio economico, in quanto diminuisce, in questo modo non solo il tempo necessario all’incasso del bene/servizio offerto a parità di condizioni di pagamento del cliente ma anche il «magazzino» medio presso l’attività in questione (work in progress).

Effetto Forrester (o bullwhip)

L’effetto Bullwhip, conosciuto anche come effetto Forrester (dal nome dello studioso che lo ha analizzato) o anche effetto frusta, è la principale causa di inefficienza all’interno delle supply chain. Consiste in un’aumento imprevedibile e ingiustificato della domanda che si riscontra a monte della supply chain. In soldoni: se la domanda di un prodotto da parte dei consumatori è tendenzialmente stabile e prevedibile, risalendo di livello la catena del valore la stessa domanda risulta essere sempre più amplificata e instabile. Ciò genera un aumento di scorte a monte e di conseguenza un aumento non giustificato dei costi e quindi una situazione di inefficienza. Risulta evidente come, all’interno di una filosofia “Lean Thinking”, sia necessario conoscere e ridurre il più possibile quest’effetto fonte di spreco e inefficienza.

Quali sono le cause dell’effetto bullwhip?

Effetto filtro di ogni soggetto che partecipa alla filiera: ogni azienda infatti ha delle proprie politiche di raccolta dati e di previsione della domanda, che distorcono quella reale iniziale. Inoltre i tempi di emissione ordine e consegna dei prodotti sono diversi per ogni soggetto e questo è un fattore che amplifica l’effetto distorcente.

Politiche di lottizzazione: ogni impresa ha delle proprie politiche di lottizzazione, finalizzate all’ottimizzazione del proprio sistema produttivo e a minimizzarne costi, che perturbano la domanda iniziale.

Effetto dannoso delle campagne promozionali: può capitare che un retailer della grande distribuzione abbia intenzione di far partire una particolare campagna promozionale e quindi emetterà un’ordine superiore rispetto a quello solito. Il fornitore che riceve quest’aumento improvviso della domanda, potrebbe interpretarlo come un aumento che continuerà nel tempo e sarà tentato ad aumentare la produzione. Generalmente però, dopo una campagna promozionale si ha invece una diminuzione della domanda e quindi il fornitore si troverà con un numero maggiore di scorte rispetto al solito.

Allocazione di capacità produttiva: un cliente potrebbe dubitare della capacità di rispettare gli accordi del proprio fornitore, per quanto riguarda aspetti come la quantità, la qualità, il rispetto dei tempi di consegna, ecc. Per ovviare a ciò, generalmente i clienti tendono a fare ordini sovradimensionati rispetto all’effettiva necessità, in modo da essere sicuri di ottenere ciò di cui hanno bisogno. In parole povere si potrebbe riassumere: “ordini 1000 per averne almeno 900“.

Come si può ridurre l’effetto bullwhip?

Condividendo l’informazione con tutti gli attori della supply chain: tutte le cause sopra citate infatti derivano tendenzialmente da una cattiva ed inefficiente comunicazione tra clienti e fornitori. Ad esempio si dovrebbero comunicare le intenzioni di attivare campagne promozionali, oppure i fornitori potrebbero comunicare la reale capacità produttiva in modo da evitare ordini sovradimensionati inutili.

Sicuramente è fondamentale ridurre tutti i tempi che caratterizzano la filiera: tempi di emissione ordini, consegne, previsioni di domanda, ecc. devono essere ridotti al minimo in modo da inseguire in maniera più reattiva l’effettiva domanda reale dei consumatori finali.

Allineamento di canale: collaborare tra clienti e fornitori nell’elaborare le previsioni di domanda e i piani di produzione in modo da livellare gli ordini e quindi smussare i picchi di domanda che si hanno a causa dell’effetto bullwhip.